Innovazione in vigna in Maremma, il futuro dell’enocultura

Il futuro passa in Maremma. La scienza del vino passa per la vigna, con l’utilizzo di tecnologie innovative per scoprire l’enologia del futuro. Sarà un vero e proprio progetto di ricerca che vedrà coinvolti i Vignaioli del Morellino di Scansano e altre realtà della Maremma, in collaborazione col DIBAF, Università della Tuscia e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Obiettivo primario, di questo progetto è ridurre l’impatto ambientale nella produzione del vino, ottenendo un prodotto sano e di qualità.

Innovazione in vigna, il progetto nel dettaglio

Il progetto durerà ben 2 anni e permetterà di gestire la vigna riducendo l’impatto ambientale al minimo. La direzione scientifica è affidata al Professor Fabio Mencarelli della facoltà di Enologia presso l’università della Tuscia, con la collaborazione della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Le tecniche e le innovazioni prevedono l’uso in enocultura di droni, sensori e dell’ozono, sia nei vigneti, sia in cantina, oltre alle più moderne tecnologie.

Innovazione in vigna, perché utilizzare l’ozono, i droni e i sensori

L’utilizzo dell’ozono e dell’acqua ozonizzata in vigna è una tecnica che sostituisce quelle più usate in enocultura per sanificare la cantina e per difendersi da organismi patogeni e dai parassiti. L’ozono ha funzione disinfettante e sanificante sulle foglie e stimola la pianta a diventare più resistente. Non lascia residui, quindi nessun rischio per il consumatore che assaporerà il prodotto finito senza solfiti. L’utilizzo dei droni viene impiegato per calcolare le variabili, come la velocità di accrescimento dei germogli, in quanto effettua la mappatura di un ettaro di vigna in 6 minuti. I sensori aiuteranno il viticoltore per elaborare e ottenere risposta su come agire grazie al WIFI o al Bluetooth. La innovazione in vigna in Maremma ha lo scopo di ridurre l’impatto ambientale al minimo intervenendo in un’area ben localizzata.

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